Esiste uno scarto collocato tra il dicibile e l'indicibile, tra ciò che vediamo e ciò che non vediamo. L'ineffabile, dunque. Eppure mi viene istintivo chiederti il perché di tutti questi cieli, di tutti questi alberi. Non sarebbe altrettanto valido il vuoto, inteso come riduzione delle forme all'essenziale, pure linee e colori che si presentino già carichi di percezioni?